Tutta la famiglia italiana del Bridge, dagli Allievi, agli Agonisti, agli Insegnanti, è oggi trafitta dalla notizia della scomparsa di Claudio Rossi.
Tutti hanno incontrato Claudio. Qualcuno ha incrociato le carte con lui direttamente al tavolo. Qualcuno lo ha applaudito mentre saliva sul podio, in una delle sette occasioni in cui ha conquistato una medaglia nazionale. Gli amici bridgisticamente più giovani possono averlo conosciuto nei corridoi del Palazzo dei Congressi di Salsomaggiore Terme, quando veniva ad accompagnare gli Allievi suoi e della sua compagna, non solo di Bridge, Marina Causa, grande amore della sua vita. Qualcuno ha conosciuto Claudio attraverso una delle sue creazioni didattiche più note in Italia: Progetto Bridge.
La coppia Causa – Rossi è stata innovatrice nell’insegnamento del nostro sport e nello sviluppo di applicazioni informatiche per scopi didattici. Ha anche scritto numerosi manuali tecnici a quattro mani. L’essenza dell’insegnamento è trasmettere la passione per ciò che si spiega e in Italia pochissimi hanno raggiunto l’eccellenza in quest’arte. Fra loro sicuramente ci sono Claudio e Marina.
“Marina Causa e Claudio Rossi non confesseranno mai quando hanno iniziato a giocare a bridge. L’unica data certa è il 1991, in cui si è formata la loro coppia bridgistica: l’anno seguente hanno vinto il titolo italiano.” recita il sito di Progetto Bridge.
Claudio è stato tre volte campione italiano come giocatore (oltre al titolo a coppie Miste già citato, ha conquistato anche quello a squadre Miste nel 2016 e nel 2018, sempre giocando con Marina) e una volta come capitano della squadra Ladies vincitrice del titolo italiano di categoria nel 1984.
Solo domenica scorsa era al tavolo per il torneo pomeridiano della sua Associazione, Alessandria Bridge.
La famiglia del Bridge si stringe intorno a Marina, a suo figlio Andrea e a tutti i parenti e gli amici di Claudio.
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