E se la chiudessimo qui? Voglio dire, siamo tutti stanchi, giocatori, coach, arbitri, tifosi. Fa caldo, anzi caldissimo, e passare dalla fornace all’aria condizionata e viceversa molte volte al giorno può fare male (infatti oggi l’indisposto di giornata è Buratti, che però dopo due turni di riposo si è schierato nell’ultimo, quindi dovrebbe essere ok). Il conto del mio cardiologo ha superato il PIL di Andorra. Ci teniamo veramente a giocare i turni di questi ultimi due giorni, così stressanti? Non potremmo darla per conclusa stasera?
Ok, ok, lo sappiamo che non è possibile, ma sarebbe stato bello festeggiare in questo modo il ripristino della gradevole situazione che si era verificata la sera dei primi due giorni di gioco, e cioè il posizionamento nel range delle prime otto di tutte e tre le nostre rappresentative. Chiaramente la situazione di stasera è ben più significativa: in primo luogo perché siamo vicini al traguardo, a soli 100 VP dai verdetti, e poi perché c’è un po’ di luce, come si dice nel canottaggio, tra tutte e tre le nostre squadre e il nono posto che monitoriamo con maniacale attenzione praticamente a ogni mano su tre classifiche diverse. Ma purtroppo non c’è ancora niente di definitivo, e questo significa che ci attendono ancora due giornate di passione e tensione, piene di incontri insidiosi: pazienza.
Dobbiamo per forza di nuovo partire dalla squadra Open, che avevamo lasciato ieri sera in piena rimonta ma ancora in decima posizione. La giornata di oggi era un sandwich tra due impegni facili e uno scontro direttissimo con il Belgio subito davanti a noi, e i ragazzi, che già ieri ci avevano entusiasmato con 45 VP abbondanti, oggi si sono ancora migliorati portando a casa la bellezza di oltre 48 VP su 60 e completando la rimonta.
Già dalla prima mano del primo incontro, che ci opponeva al debole Cile, i ragazzi ci hanno fatto vedere la loro determinazione:
Slam chiamato da pochissimi, fra cui Manno e Di Franco che hanno dialogato così
2SA può essere un barrage a fiori o una mano forte con un seme solido. 3 fiori è una mano di diritto, e 3 picche mostra le quadri chiuse. Nel prosieguo Manno ha mostrato un numero di Assi pari con la turbo, e i due ragazzi sono approdati a uno slam perfetto.
I sudamericani sono stati sconfitti per 37-16 in un incontro che non si è prestato molto agli swing, ma che ha avuto il pregio di riportarci nei magici otto, sia pure per un soffio. E subito si è dovuto difendere la posizione dall’assalto del Belgio, che era una spanna dietro di noi e scalpitava per sorpassare. L’incontro si è messo subito come meglio non avrebbe potuto, visto che dopo quattro mani conducevamo per 38-0. Poi è arrivato questo botta e risposta:
Donati apre 2SA e Percario chiude rapidamente a 6SA. Il contratto è buono, ma la fiori maldivisa lo rende molto precario. In pratica a questo punto devono andare entrambi gli impasse, non c’è spazio per voli pindarici: e quindi la cattiva posizione della Q di picche condanna Giovannino al down.
I belgi producono una sequenza di fiori forte che permette loro di individuare il fit a fiori, per cui é De Roos in Est a giocare 6 fiori. Apparentemente si devono pagare le stesse prese, ma De Roos mantiene con una brillante manovra. Attacco Q di quadri preso in mano, tre giri di atout lasciando fuori il J, poi K di cuori, impasse di cuori, Asso per lo scarto di una quadri e la quarta cuori tagliata. Ora De Roos ha proseguito con l’Asso di quadri e Asso e Re di picche per il morto. Alla penultima carta ha giocato quadri e ha realizzato la sua ultima atout en passant: se Nord avesse tagliato, il giocante avrebbe scartato la picche perdente. Ben giocato, accidenti a lui!
La mano dopo è stata da tachicardia galoppante
La sala chiusa era in notevole vantaggio di tempo perché il belga aveva impiegato molto per il suo 6 fiori. Dunque abbiamo assistito dapprima alla sequenza in orizzontale dei belgi, che dopo essere stati disturbati dal barrage a 3 picche di Sementa e dal rialzo a 4 di Versace, hanno arrischiato il grande slam a cuori. De Roos ha manovrato in modo da leggere la mano di Nord tagliando tutte le carte nere, per cui gli era perfettamente nota la 6-4-2-1. His fretus, vale a dire su questi bei fondamenti, ha fatto l’impasse contro la quarta in Sud come avrebbe fatto chiunque, e ha perduto il suo grande slam.
A questo punto è incominciata la sequenza licitativa dei due azzurri in aperta, nel nostro tifo assordante perché si fermassero più presto possibile, magari anche a manche. Ma dopo un piccolo approccio al grande (le nostre urla valicavano il Mediterraneo) Percario ha messo il sospirato passo sulla chiusura al piccolo slam di Donati, e il fantastico +17 si è materializzato.
L’incontro è proseguito su questa gradita falsariga, pur con qualche inciampo, fino a uno scarto finale di +35 che ci ha issato fino al sesto posto. L’ultimo incontro era contro la debole Singapore, che peraltro, complici mani estremamente piatte, ci ha tenuto in scacco per oltre metà incontro: dopo nove mani il punteggio era 5-2 a loro favore! Poi per fortuna i punti sono arrivati, non tantissimi (+24 è stato lo scarto finale) ma sufficienti a farci guadagnare ancora una posizione: stasera siamo quinti, e davvero due giorni fa era difficile pronosticare una metamorfosi così improvvisa della squadra e una risalita così fulminea. Anche oggi si è giocato decisamente bene: non perfetti, perché la perfezione in un campionato del mondo non esiste, ma senza errori evitabili.
E adesso? Adesso viene il bello, o il brutto a seconda dei punti di vista, perché una volta conquistato un posto al sole lo si dovrà difendere, e la giornata di domani sarà di ferro e di fuoco. Per capire, diamo un’occhiata insieme alla classifica:
Le tre squadre che affronteremo domani sono nell’ordine Nuova Zelanda, Olanda e India: le tre che ci attorniano in classifica. Nuova Zelanda e India sono state le (relative) sorprese del mondiale, ma si sono guadagnate la considerazione di tutti rimanendo ben dentro le otto posizioni per tutta la durata del round robin, almeno finora. L’Olanda va beh, non ha bisogno di presentazioni: finalista l’anno scorso a Salso, campionessa europea sempre l’anno scorso. Digerito questo appetizer, all’ultimo giorno ci aspetta dapprima come piatto forte la Norvegia, attuale capolista; e chiuderemo con l’Australia, che è a centroclassifica, come dessert. Davvero un menu per stomaci forti!
La situazione è questa: le prime tre sono quasi qualificate, e anche l’India tanto male non sta. Dal quinto all’ottavo gli scarti sono minimi e poi c’è uno scalino di 10 VP che attarda la Cina nona. Attenzione però: la Cina ha un calendario facile, con tre incontri morbidi (Brasile, Egitto, Singapore) e poi USA 1 (al penultimo, quando gli americani potrebbero essere ormai fuori) e Olanda. E’ facile pronosticare che potremmo ritrovarla alla fine sopra i 280 VP.
Anche Israele ha un calendario morbido, con tre jolly da giocare: Egitto, Marocco e Sudafrica, mentre la Nuova Zelanda ne ha due, di cui uno abbastanza relativo, il Canada (l’altro è Hong Kong). Per cui è del tutto verosimile che Israele e Cina scappino avanti, e che dovremo fare a sportellate con Olanda e Nuova Zelanda per gli ultimi due posti nobili. Sempre ammesso che non rientri qualcuno da dietro, cosa molto difficile per Belgio e Irlanda, tutt’altro che improbabile per le due USA, pur discretamente attardate. E d’altra parte, se il recupero non ci fosse sarebbe forse la prima volta che nella Bermuda Bowl almeno una delle due rappresentative statunitensi non supera il taglio del round robin, suppongo. Succederà?
Comunque i nostri da due giorni stanno giocando bene, e quando giocano bene i punti li portano a casa, qualsiasi sia il nome dell’avversario. Continuiamo così e i risultati non potranno mancare.
La squadra Seniores oggi era partita benissima, con un cappotto alla debole Colombia che ci aveva portato al terzo posto con un vantaggio sulla nona finalmente superiore ai 20 VP. Sono però seguite due nette sconfitte, se pure contro avversari difficili (USA 2 e Danimarca) ma con qualche erroruccio di troppo, che hanno limitato il bottino di giornata alla media facendoci scivolare al sesto posto con circa 15 VP sulla nona, che è Taipei. Dunque anche qui ci sarà da combattere e soffrire fino all’ultimo: il calendario ci dà subito l’occasione di mettere pesantissimo fieno in cascina con due match facili, e sarà bene farlo perché poi concluderemo con la Polonia capolista e Israele e Belgio che stasera sono decima e undicesima.
Dulcis in fundo, il Mixed Team proprio come a Salso ci sta dando le maggiori soddisfazioni. La giornata non è stata esaltante: sconfitta a -3 con la Colombia, che nel misto è competitiva e si trova stasera dodicesima, vittoria netta con il debole Egitto, e vittoria di misura contro l’insidiosa Danimarca; ma è stato sufficiente per mantenere la seconda posizione. Anche qui però il calendario non è tenero: domani subito scontro diretto con la Francia terza, poi Taipei sesta, e infine l’Argentina decima. Non è certo il momento di abbandonarsi all’euforia: bisogna (che strano) tenere duro fino alla fine.
A testimonianza della difficoltà dei nostri impegni, domani saremo ben quattro volte su BBO: al primo turno con il Misto contro la Francia, al secondo con l’Open contro l’Olanda e di nuovo con il Misto contro Taipei, e infine al terzo turno ancora l’Open contro l’India. Potremo quindi ammirare le gesta dei nostri eroi, e il nostro tifo salirà ancora una volta alle stelle.
Nella Venice Cup prosegue la corsa a due di Polonia e Svezia: la Svezia è imbattuta, ma la Polonia è ruscita ugualmente fare ben 8 VP in più. Sempre la Turchia in terza posizione, e le altre sono lontanissime. E’ purtroppo scivolata di nuovo indietro USA 1, e ora le speranze di qualificazione per Giorgia Botta sono ridotte al lumicino, anche se non del tutto azzerate.
La Polonia continua con il suo incredibile successo collettivo: prima in due gironi, seconda in un terzo, è attardata solo nel misto. E’ facile pronosticare che i polacchi saranno brutti clienti per tutti, nei KO.
The post Un po’ di luce first appeared on Bridge d’Italia Online.