Ci siamo anche noi

E non era scontato, niente affatto. Nell’altalena di risultati, e nei conseguenti sorpassi e controsorpassi in classifica che si susseguivano in pratica a ogni mano, in molti momenti abbiamo tremato nel vedere le nostre squadre tutte fuori dal quartetto di testa nelle due Champions Cup, Open e Ladies, di cui si è conclusa ieri la fase di qualificazione. In entrambi i tornei le prime quattro si sono qualificate per le semifinali, e per i nostri colori ce l’hanno fatta Idea Bridge Torino fra le donne e Addaura Palermo nell’Open.

Com molta tristezza dobbiamo però incominciare la nostra cronaca con la notizia di un lutto. E’ mancata leri, dopo una lunga malattia, Helene de Prittwiz, la moglie di Romain Zaleski. Era una donna importante e famosa, aveva lavorato nello staff del presidente francese Giscard d’Estaing come esperta di economia. Viveva in Italia da oltre vent’anni ed era una grande appassionata di musica classica: era vicepresidente della Scala di Milano e del teatro Grande di Brescia. Aveva dedicato la parte finale della sua vita al mecenatismo, finanziando fra le altre cose la costruzione del teatro delle Ali a Breno, e al sostegno alle organizzazioni di volontariato.

E’ davvero un destino beffardo che, proprio mentre Romain Zaleski ospita la Champions Cup nella sua Breno, venga colpito da una perdita tanto dolorosa e sofferta. Tutto il mondo del bridge, a cui ha dato tanto, si stringe idealmente intorno a Romain in un abbraccio, che, speriamo, lo consoli anche solo in minima parte della terribile scomparsa.

Non è con lo stesso spirito di sempre, quindi, che vengo a raccontarvi gli avvenimenti della giornata; ma tant’è. Come dicevamo, ce l’hanno fatta in due su quattro, e va considerato un ottimo risultato per i colori nazionali perché come abbiamo detto il risultato è stato sempre in bilico, per le due squadre che alla fine sono entrate in semifinale. Nel torneo Signore all’inizio le fiches italiane erano puntate sulla squadra Palcan, che al quinto turno si trovava fra le elette; ma due sconfitte nei due incontri successivi, la seconda addirittura rovinosa contro le campionesse inglesi, l’hanno eliminata dalla lotta. Risalivano intanto le quotazioni di Idea Bridge, che però, non appena rientrata nel gruppo di testa, ne usciva immantinente al penultimo turno perdendo nettamente contro la squadra polacca. Sembrava tutto finito, a questo punto, perché ben 9 VP separavano le torinesi dal quarto posto, e le due squadre che in qualche modo potevano essere considerate ancora nel mirino, cioé Polonia e Inghilterra terza e quarta, avrebbero giocato contro Danimarca e Norvegia, ormai staccate e fuori dai giochi; mentre Idea avrebbe dovuto vedersela contro le capolista ungheresi. Ma il bridge è imponderabile, e i più incredibili miracoli possono verificarsi, specialmente quando c’è molto equilibrio in campo. E quindi, mentre le ragazze torinesi facevano il loro dovere portando a casa un consistente +18 contro l’Ungheria, inglesi e polacche segnavano complessivamente nei loro incontri solo 3 (!) MP, e le due quasi irreali sconfitte per 41-0 e per 31-2 catapultavano Idea Bridge addirittura al terzo posto. Ecco un colpo pesantissimo e decisivo:

In sala aperta la giocatrice ungherese sottoapre di 2 quadri, Simonetta Paoluzi dice le picche, Est prolunga il barrage a 3 quadri e Margherita Chavarria conclude a un normale 4 cuori. Il barrage e la necessità di trovare la Q di picche in Ovest fa giocare Margherita a carte viste, e la manche viene mantenuta.

In Est-Ovest per Idea Bridge c’è la giovane coppia polacca formata da Katarzyna Dufrat e Justyna Zmuda. La Dufrat apre di 1 quadri, Nord malgrado l’apertura decide di sbarrare con 3 picche ed Est chiude a 3SA. Già, chiude perché Sud – che ha della mano della compagna un’idea completamente diversa dalla realtà – non se la sente di dire 4 cuori e lascia giocare le avversarie. L’attacco di cuori per il K, suppongo, gela il sangue alla Zmuda; ma il seme è bloccato. Ora per battere bisogna mettere in terra il Fante di fiori (o Asso e poi Fante), che genera le tre prese di fiori da affiancare ad Asso e Re di cuori; ma Nord non centra il ritorno giusto, e regala la nona presa. 14 MP corrispondono in pratica a quasi tutto il vantaggio accumulato nell’incontro. Brave quindi le torinesi (la terza coppia, ancora non citata, è formata da Claudia Castignani ed Eleonora Duboin), che domani mattina in semifinale incontreranno le campionesse francesi vincitrici del girone, mentre nell’altra semifinale si giocheranno l’accesso alla finale Ungheria e Inghilterra.

Fra gli uomini, come forse ricorderete, c’era da rimontare e parecchio. I primi due incontri sono stati vinti da entrambe le squadre, e ci trovavamo a questo punto all’ottavo e al nono posto. Nel terzo turno arrivavano due pareggi, più o meno, che lasciavano ancora in corsa Addaura per il gioco degli scontri diretti tra le squadre che precedevano, mentre segnavano la pressoché certa eliminazione di Breno, che aveva il passivo maggiore da recuperare (e posso immaginare con quale spirito abbia giocato oggi).

C’erano dunque ancora 5 VP da risalire, per i siciliani, e l’impegno che li attendeva non era dei più semplici: la sorprendente Serbia si trovava in quinta posizione, quindi nel pieno della bagarre per la qualificazione. Ma Addaura ha piazzato un magistrale cappotto e si è d’un tratto ritrovata in terza posizione; e con un’altra netta vittoria nell’ultimo turno contro la Svizzera l’ha brillantemente consolidata. E così i campioni in carica, cioè De Michelis-Failla, Di Franco-Manno e Pachtman-Zatorski, potranno oggi difendere il loro titolo nella fase finale.

La semifinale li vedrà oppposti ai campioni francesi, squadra fortissima; nell’altra semifinale ci saranno i campioni del mondo, che qui rappresentano l’Olanda avendo appunto vinto il campionato nazionale dei Paesi Bassi, contro i belgi che hanno scavalcato all’ultimo incontro gli inglesi intrufolandosi nel quartetto delle elette. Al mattino semifinali, al pomeriggio finali, e stasera conosceremo il nome delle squadre Campioni d’Europa 2024.

 

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