Mick Corso, già autore del romanzo giallo “I cinque minuti” (2019), ambientato nel mondo del Bridge, ha ora pubblicato un nuovo libro, che ha sempre come sfondo il nostro sport…
Dopo due anni dalla pubblicazione del giallo “i cinque minuti” sei tornato sul “luogo del delitto”…
La verità è che due anni fa con “I cinque minuti” ho ottenuto un grande successo in tutti i circoli in cui ho portato il libro e anche in occasione di grandi tornei come il “Città di Milano”.
I bridgisti si divertono a leggere storie che in qualche modo li riguardano e l’accoglienza è stata così simpatica che non posso che ringraziare organizzatori dei circoli e lettori naturalmente.
Poi purtroppo si è scatenata la pandemia e non ho più potuto andare nei circoli e chissà quanti potenziali lettori non sono andati a cercare il libro nelle librerie…
Però ho deciso di tornare sull’argomento ed ecco: “Il commissario Brandi e la licenza di uccidere”.
Nel nuovo libro non si parla più di vita nelle Associazioni di Bridge?
Esatto. L’argomento è molto diverso, e quando lo scrivevo non potevo immaginare che l’argomento sarebbe stato così al centro delle attenzioni proprio nel momento della sua pubblicazione. L’ambientazione del giallo vede protagonista una coppia di giocatori professionisti che decidono di prendere la strada… sbagliata. Naturalmente è solo un romanzo e non c’è riferimento a eventi realmente accaduti anche perché il sistema di segnalazione clandestina sorprenderà tutti. Ho cercato di scavare nelle motivazioni umane e psicologiche che possono portare gli uomini a rovinare questo nostro gioco così entusiasmante, ma al contempo così fragile: se vengono meno saldi principi etici il giocattolo va in mille pezzi.
Nel tuo romanzo si parla, dunque, del triste aspetto del “cheating”.
Diciamo meglio: di “bari”. Ma non solo. Si parla di sponsor, di soldi, di uomini e donne con le loro ambizioni e i loro difetti.
Poi naturalmente c’è la trama del thriller che vede in prima fila la figura del commissario Brandi, già presente nel libro precedente, ma qui ancora più centrale, perché le storie di bridge si legano per casualità e anche per scelte personali a storie di criminalità comune. Il background dei protagonisti influenza le loro azioni e il risultato è un intrigo non semplice da dipanare per il commissario.
Quindi i lettori troveranno colpi di scena degni della tradizione del giallo all’italiana?
Sì e come sempre un linguaggio facile per una lettura divertente. Mi auguro sarà apprezzato come il precedente.
Purtroppo tuttora i tempi non sono maturi per delle presentazioni nei circoli, ma mi auguro di potervi incontrare tutti al più presto, ma se non ce la fate ad aspettare sarà meglio andare in libreria…
Leggeremo con curiosità anche questo libro!
Vi ringrazio per lo spazio che mi avete offerto. Buona lettura e buon bridge a tutti!
Mick Corso e il bridge
Eclissi Editrice – I dingo
– I cinque minuti (2019)
– Il commissario Brandi e la licenza di uccidere (2021)
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