I ragazzi che con la morosa tutta in ghingheri il sabato sera vanno al ristorante. Ne ho vista una con una coroncina, la magnifica provincia emiliana, sempre uguale a se stessa.
Siamo a maggio ma sembra novembre. Ho provato un po’ di invidia, ma in fondo sono qui per il bridge. Solite facce, solite discussioni. Si compilano convention card, si discute dell’ultima convenzione da applicare, si pianificano le cene post gara.
Le antiche osterie e trattorie, sostituite da pizzerie, un po’ anonime, dove i piatti più ambiti sono la paella e quelli col pesce. Ridatemi i taglieri di salumi, il lambrusco, lo gnocco fritto, le tigelle, i passatelli ed i tortellini. Finisco quasi sempre per primo di giocare e mi aggiro, come un falchetto tra i tavoli, tra gli sguardi torvi degli arbitri, per guardare i risultati.
Il clima tra i giocatori è molto disteso ed amichevole. L’ansia per la promozione, da ostentare al circolo al ritorno a casa, quella per la retrocessione, peggiore di una bocciatura universitaria.
Per quattro giorni, che sono volati, ci siamo divertiti, sopratutto entusiasmati, agitati depressi, rilassati, che bello passeggiare nel magnifico parco di Salsomaggiore, distratti.
”La distrazione. La massima invenzione dell’essere umano per continuare a tirare avanti, per fingere di essere quello che non siamo. Adatti al mondo”. Cit. Paolo Sorrentino
P.S. Ci vediamo tra 15 giorni per il misto.
Pio Ciampa
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