E tanto, anche. Essere tifosi è una malattia per la quale dovrebbe esistere un qualche tipo di cura: non è possibile che, con i passi da gigante che fa ogni giorno la medicina, non sia stata ancora scoperta una terapia che almeno rallenti un po’ le inevitabili tachicardie che ti assalgono nel momento in cui il tuo beniamino deve giocarsi slam, partita e incontro su un bilatero. Io poi sono patologico, perché anche nel calcio sono messo male, forse peggio.
Cominciamo dalla fine. Come ieri, alla fine delle tre battaglie odierne tutte le nostre squadre sono “dentro”, negli otto: ma che fatica, diamine. Dopo i primi due incontri di giornata due erano fuori, e la terza sull’ultimo gradino; e non è che ora stiamo messi poi così meglio, posizionati come siamo due volte sul settimo gradino e una volta sull’ottavo.
D’altra parte, e recuperando un po’ di serenità, le classifiche sono ancora logicamente molto corte, anche se incominciano a sfilacciarsi sia verso l’alto che verso il basso, e quindi se inevitabilmente le inseguitrici sono vicine, è anche vero che sono del tutto recuperabili anche quelle che ci precedono, e i rivolgimenti di classifica sono continui. Ad esempio nell’Open l’Olanda dopo il quarto incontro era prima con oltre 10 VP di vantaggio, ma un calendario difficile le ha proposto nell’ordine Polonia e USA 2. Due nette sconfitte, e ora i tulipani sono addirittura settimi. Insomma, è ancora tutto aperto e in tutti e tre i tornei nel gruppo di testa ci siamo, proprio come ieri sera.
Incominciamo con la squadra Open, noblesse oblige.Tre incontri difficili da decifrare, nel primo assaporavamo una netta vittoria contro un avversario sempre rognoso come la Polonia ancorché assai indebolita dal continuo shopping di Zimmermann. Aperta parentesi: devo correggere un errore nel mio articolo di ieri, perché avevo distrattamente dato per scontato che Kalita e Nowosadzki avrebbero giocato insieme, e invece Kalita sta giocando con Michail Klukowski, mentre Nowosadzki se lo è accaparrato lo sponsor, almeno per il momento.
La Polonia è comunque seconda dietro agli elvetici, anche grazie alla rimonta micidiale che ha piazzato ai nostri danni: erano sotto di 25 a sei mani dalla fine, e hanno praticamente pareggiato (-1). Un pesantissimo 7 quadri su un impasse che non va più altre perdite sparse hanno fatto evaporare il nostro vantaggio.
Andamento simile ed opposto nell’incontro successivo che ci opponeva al sorprendente (ma nemmeno troppo) Canada, che al momento è quinto ed è l’unica tra le prime dieci che non avevo pronosticato come qualificata: mio errore, sicuramente. Dopo un incontro da dimenticare, siamo riusciti nelle ultime due mani a trasformare una Caporetto (49-2) in una sconfitta tutto sommato accettabile, prima con un ottimo 6 fiori di Donati e Percario, poi quando i canadesi non se la sono sentita di salire a 5 cuori (se ne fanno sei) e si sono accontentati di marcare un down contrato a 4 picche.
Dall’ultimo incontro ci aspettavamo qualcosa di più: avevamo come avversario il Marocco, che peraltro insieme a qualche disastro ha battuto nettamente USA1 ieri e ha pareggiato oggi con la Norvegia, dunque non proprio pellegrini. Abbiamo marcato in pratica solo noi tranne in due occasioni, purtroppo però costosissime: una manche non chiamata in zona e uno slam senza due assi, che hanno ridotto a +14 una vittoria che si annunciava ben più pingue.
Tra i guadagni, guardate questo 3SA di Donati
3SA in Nord, attacco K di quadri lisciato e J di fiori preso al morto con il K. Con le fiori divise nove prese sono stese, ma questo ritorno fa temere che le cose non siano così facili. Giovannino alla ricerca di alternative ha dato un colpo in bianco a cuori sperando nel seme diviso 3-3 o in qualche finale, Ovest ha preso di 10 ed è tornato nel seme per la Q e l’Asso. Donati incomincia a leggere la distribuzione di Ovest, che dovrebbe essere una tricolore, e incassa quindi la Q di fiori per metterlo in difficoltà sullo scarto. Impossibile scartare una quarta nobile, quindi Ovest in una sorta di compressione preliminare in tre colori deve rinunciare alla quarta di quadri. Ora Giovanni ha ceduto una quadri per rettificare il conto, ha preso il ritorno a picche al morto e ha incassato il K di cuori su cui Est ha scartato la sua terza picche. Picche per il K di mano, Asso di quadri (cade il 10) e quadri per Est che deve uscire sotto il J di fiori. Mano bellissima, di tecnica e di deduzione.
Svizzera, Polonia, Israele, USA 2 guidano la fila con distacchi minimi. Noi siamo ottavi con 13 VP di ritardo dalla capofila e meno di uno di vantaggio sull’India nona. Domani giornata insidiosa, subito la capolista e poi Brasile e Sudafrica, che magari non si qualificheranno ma sono sopra il centroclassifica e possono mettere in difficoltà chiunque.
I Seniores erano su BBO nel primo incontro di giornata, incontro di cartello contro l’Olanda seconda, e vinto bene dai nostri che – lo ricordiamo – stanno giocando in quattro per l’indisponibilità di Sabbatini.
Subito al primo board un guadagno di sistema (e una buona scelta di Buratti)
Nord apre 1 quadri, Est entra a 1 cuori e Sud contra: ma mentre il contro olandese è generico, quello di Failla garantisce le picche. Onde per cui, sul barrage a 3 fiori di Ovest, Buratti fa la scelta giusta (non del tutto ovvia) e dice 4 picche. Attacco Q di fiori, Asso dal morto e picche per il J e la Q. Fiori tagliata in mano e K di picche per l’Asso (cade il 9). E’ ancora in presa Est che gioca cuori per l’Asso, e ora Andrea è costretto a fare l’impasse a quadri con ancora un atout fuori; ma se il 9 di picche è sincero, il taglio non dovrebbe esserci, e infatti Est non ha mosse vincenti.
All’altro tavolo Mina in Ovest dice solo 1SA (sottocolore), ma il barrage se lo fa da solo Nord dchiarando un misterioso 4 quadri. 4 cuori Sud, 4 picche adesso Nord che probabilmente il compagno prende per cuebid, si chiude a 5 quadri che non si possono fare.
Il cliente successivo era Taipei, ben posizionata in classifica (ora è undicesima): si vinceva di 2, ma due ultime mani (le stesse che hnno reuscitato la squadra Open) disastrose e discretamente sfortunate hanno causato una sconfitta a -19 che ci ha precipitato al tredicesimo posto. Una, in particolare, è quella già raccontata nell’Open: i cinesi hanno difeso a 4 picche e poi ancora a 5 picche, incuranti di spingere gli azzurri a uno slam a cuori che si fa e che era difficile da acciuffare ma non impossibile. Per fortuna l’ultimo incontro ci riservava l’abbordabile Marocco, sconfitto a +43; l’unica perdita l’abbiamo avuta in una mano sfortunata in cui il doppio fit nobile viene devastato dalla doppia cattiva divisione, ma noi abbiamo scelto come atout il seme diviso 5-0 e lì non c’è stato niente da fare. Piccolo dettaglio, quasi ovunque la linea orizzontale è entrata in bicolore svelando la picche maldivisa, ma a Buratti questa piccola essenziale informazione è stata negata; e i libri, si sa, ammoniscono che vada scelta l’atout più equilibrata, accidenti a loro e a chi li ha scritti.
Questa vittoria ci riporta comunque al settimo posto, ovviamente in pieno sgomitamento. Guida la Polonia, seguita da Israele e Belgio. Una curiosità, che è anche motivo di preoccupazione: entrambe le USA sarebbero al momento fuori, e visto che facilmente almeno una recupererà se non entrambe, visto che schierano fior di campioni del mondo come Hamman, Weichsel, Passell, bisogna cercare di non essere quelli buttati fuori. Ma sono discorsi ancora largamente prematuri, avendo giocato poco più di un quarto degli incontri: tutto si può ancora capovolgere, nel bene e nel male.
Concludiamo con il Mixed Team, che ha incominciato perdendo di un tot contro l’Australia; la giornata si annunciava dunque difficile perché al secondo turno li aspettava su BBO la squadra americana di USA 1. L’incontro ha avuto un andamento piuttosto schizofrenico: dapprima piuttosto piatto, con un parziale di 17-9 a nostro favore a 5 mani dalla fine, creato principalmente da questo swing:
Come spesso accade, un barrage inesistente funziona come trampolino per una manche o uno slam altrimenti difficili da raggiungere. Sud si diverte ad aprire di 3 cuori e Manara (che se non erro ha un cattivo ricordo salsese dell’aggressività americana) ci mette un contro leggerino, che è benzina sui 18 bellissimi punti di Attanasio, il quale addirittura si mette in sequenza di grande. Poi la saggezza prevale, e va beh, il K di fiori poteva anche essere malmesso o l’Asso di cuori tagliato (Gabriella ha dovuto anticipare le cuori per tagliare il terzo giro, dopo aver visto le atout maldivise): insomma, un pizzico di fortuna anche a noi non guasta.
E’ certamente il contro di Gabriella la mossa decisiva della mano, perché sulla stessa sottoapertura di Baroni l’americana non contra, Gandoglia esagera con 4 cuori (mossa molto brillante) e sul contro di Est la compagna chiama manche, suppongo con l’impressione di sottodichiarare, ma in effetti non è facile avviare ora una sequenza di slam. Notate che se Alessandro fosse passato e il contro di Est fosse arrivato sul 3 cuori, ora Ovest avrebbe dichiarato 4 picche dando al compgno gli elementi per riaprire.
Siamo dunque a cinque dalla fine a +8; ma bastano due mani per ribaltare tutto (questo lo scopriamo seguendo sul sito della WBF perchè su BBO gli operatori danno i numeri del lotto) e portarci a -13. Sembra arrivare una seconda sconfitta, ma nelle ultime tre altro capovolgimento: dapprima un doppio di parziali a nostro favore, e poi gli stessi guadagni che sono stati i guadagni degli Open e le perdite per i Seniores descritti prima ci riportano sopra di ben 16 MP. Una vittoria prestigiosa e sofferta, a cui aggiungiamo subito un secondo successo, questo più facile e che ci auguravamo più corposo, contro la Tunisia ultima. Arrivano comunque 15 VP e spiccioli, che ci riportano al settimo posto. Dominio orientale per il momento, con Taipei staccata al comando e la Cina a inseguire, pressoché appaiata alla Germania.
Infine il bollettino medico volge al bello; Pulga è guarito e pare stia anche giocando bene, mentre Sabbatini dopo un piccolo intervento verrà dimesso domani e – se tutto va bene – dopodomani potrà iniziare ad avvicendare i compagni, che si suppone siano un po’ provati dall’inatteso tour de force.
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