E’ partito oggi il primo European Winter Transnational Championship, successore degli European Winter Games dei quali ricalca la formula: uno Swiss di qualificazione, al termine del quale le prime sedici entreranno in un tabellone che partirà dagli ottavi di finale e che aggiudicherà il trofeo vero e proprio, il WTC, mentre le altre competeranno in un Board-A-Match che eredita dall’analogo torneo degli anni precedenti il nome: Les Etincelles, le scintille.
Ci sono in lizza 57 squadre, e molte di loro sono formazioni di livello mondiale, formate da giocatori carichi di allori: un nome su tutti, Zimmermann che schiera pari pari la formazione vincitrice dei mondiali di Marrakech.
La fase di qualificazione è davvero molto dura: dodici round di dodici mani ciascuno fanno la bellezza di centoquarantaquattro mani, spalmate su tre giorni, per arrivare a designare il gruppo delle elette. Una lunga strada di cui è stato percorso ieri il primo terzo: vediamo come è andata, come sempre riservando il posto privilegiato – nella nostra analisi sfacciatamente tifosa – alle squadre che, del tutto o in parte, vestono il tricolore.
Ieri è andata complessivamente bene, per i nostri colori. Abbiamo sei formazioni in lizza, e ben tre di loro si trovano nelle prime otto del gruppo: vanno evitati eccessivi trionfalismi, visto che si tratta di un risultato parziale che andrà confermato in un prosieguo che si annuncia durissimo, ma fin qui non è davvero malaccio.
La copertina spetta d’obbligo alla squadra Bici, che svetta stasera in testa alla classifica. Sotto questo criptico appellativo si cela la coppia di punta della nostra nazionale, cioè Sementa-Versace; completa la formazione la terna Ettore Bianchi-Cima-Duboin. Squadra pesantissima dunque, che dopo una buona partenza ha preso il comando infliggendo uno schiacciante 59-12 nell’ultimo turno alla squadra Maverick, una formazione indo-polacca (sono normali nei Transationals questi cocktail, lo dice il nome stesso) che, tanto per gradire, al turno precedente aveva nettamente sconfitto Zimmermann. Domani gli azzurri ripartiranno sfidando i secondi in classifica, Tianyu, squadra ibrida formata da quattro cinesi a cui si sono aggiunti i campioni francesi Bessis e Lorenzini.
Al sesto posto questa sera c’è Bortoletti, che affianca alle due coppie italiane Bortoletti-Genova e Gandoglia-Porta il collaudatissimo sodalizio polacco Kowalski-Tuszynski. Bortoletti è partito più o meno in media, ma negli ultimi due turni ha cambiato marcia e con due nette vittorie contro una squadra femminile turca e una senior svizzera si è inserito prepotentemente nelle prime posizioni.
Se fin qui abbiamo parlato di nomi ben noti e abituati a frequentare queste vette, non si può dire lo stesso per la terza formazione italiana, Marini Sanremo, che troviamo stasera insediata a un eccellente ottavo posto. Marini-Caffarena e Carletti-Cuneo, tre giovani e una chioccia, dopo una prima sconfitta hanno risalito posizioni su posizioni e con tre nette vittorie sono stasera ben piazzati nel lotto delle qualificate. L’ultima vittoria, così per dire, è venuta contro due vincitori della Wuhan Cup di Marrakech (il campionato del mondo a squadre miste), e cioè Lin-Rosenberg. Tifo doppio per una squadra per metà genovese.
Le altre tre squadre sono al momento fuori dalle posizioni valide per la qualificazione, ma i VP in palio sono davvero ancora molti e tutto si può ancora capovolgere. Sotto l’anonima denominazione Team Funbridge Pink si cela una multinazionale di giovanissimi dove, insieme a due francesi e una norvegese, ci sono le nostre sorelline Valentina e Federica Dalpozzo. Dopo una cattiva partenza hanno recuperato con una vittoria nell’ultimo turno contro una squadra lituana, e ora distano poco più di 5 VP dal sedicesimo posto. Più attardate le altre due formazioni italiane, Bianchi (con i gemelli Giubilo, Gaiotti, Sergio Bianchi e Delle Cave) e Vicuna, dove in formazione mista insieme a tre nazionali ladies spagnole e portoghesi ci sono tre top player come i nostri nazionali Di Franco-Manno e il portoghese Antonio Palma.
Una mano interessante dal terzo turno, dove su BBO si affrontavano Zimmermann e Maverick.
Board 1, tutti in prima, dichiarante Nord. Dopo una sequenza licitativa simile, all’altro tavolo l’indiano Anklesaria ha attaccato a cuori, e per Klukowski la strada è stata subito in discesa: fiori alla Q superata dal K di Sud che ha rigiocato cuori. Il polacco ha preso di Asso per non rischiare che la difesa fosse in grado di incassare subito tre prese a picche e il down, e Anklesaria sbloccando il K – non poteva credere che le cuori del compagno fossero “così” brutte – ha portato il giocante a dieci prese, tramite la facile cattura del 10 di fiori quarto.
Come si vede dalla licita, Brink sentiva di aver chiamato un attacco non del tutto felice con la sua entrata in licita (a compagno passato! avrei messo dietro la lavagna qualsiasi allievo che avesse osato un intervento del genere), e ha cercato di rimediare alla situazione contrando 3SA per suggerire un attacco diverso. Drijver ha scelto quello giusto, e cioè il 10 di picche per Asso, K e J di Sud. Ora il giocante avrebbe vinto giocando fiori alla Q, e avrebbe addirittura potuto fare una surlevée contrata battendo l’Asso al primo giro, mossa tutt’altro che illogica. Ma, sviato dalla certezza che la fiori fosse lunga in Nord, ha presentato l’unica carta che mette a repentaglio il contratto e cioè il J di fiori. Brink si è fatto il suo K secco, e con il rinvio a cuori ha tagliato le comunicazioni, per cui Ovest, in presa con l’Asso di cuori, non se l’è sentita di impassare al brucio il 10 di Nord e battendo le fiori in testa è andato miseramente due sotto contrate.
Come dire, quando si è campioni ci si può permettere anche dichiarazioni che ai comuni mortali sono interdette, perché poi interverranno talento e fortuna a rimettere il board in carreggiata. La mano ha spostato tra andare e venire un mare di MP a favore di Zimmermann, che peraltro poi ha perso il match 40-22. I campioni del mondo non sono fin qui stati all’altezza della loro fama, e navigano stasera al margine della qualificazione, in 14esima posizione. Ma, come detto sopra, c’è ancora davanti tanta strada.
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